In questo episodio parlerò: Del mio papa

Sembra facile come tema, ma un po’ come quando devo parlare di qualcosa di scontato poi non so’ più da dove cominciare cosa e come dirlo…tante sono le cose di cui parlare o raccontare. Comincio con un po’ di memoria storica : vista l’età ho conosciuto diversi pontefici da quando quell’agosto da piccolo avevo solo 11 anni in piedi davanti alla tivù ho assistito all’elezione di Giovanni Paolo 1 e poi in ottobre quella di giovanni paolo II.
Tutti i papi che si sono succeduti… mi sono stati simpatici chi per una cosa che per un’altra.
Questo papa è il mio papa per l’autorevolezza di quello che dice, di come lo dice e a volte è anche più aperto di mentalità e idee di me…
Ma soprattutto, e questo è il punto centrale per cui andrebbe valutato e io lo giudico: in quanto vicino al vangelo cioè Fedele interprete del suo messaggio e discepolo di Gesù Cristo!
Egli sa tradurre con immagini plastiche che mi piacciono e colpiscono, idee che altrimenti avrebbero bisogno di tante, troppe, parole!
Ad esempio l’invito a noi parroci di non sentirci addetti di un ufficio di una ONG … oppure di non essere custodi di una chiesa museo .. piena di gessi, L’invito a sentire l’odore delle pecore
Spesso si dice papa e si pensa automaticamente a vaticano… e in questi anni la differenza… si è fatta sentire assai..leggendo tra le righe quanto i giornali riportano capisco… che neanche per lui è facile … per questo mi chiede di pregare per lui.
Non so se avete fatto caso, ma questo papa, evita sempre questo termine che è molto cattolico ma anche divisivo, per definirsi giustamente vescovo di Roma. Che tiene unita la chiesa con la carità e l’amore verso gli altri vescovi , che lo riconoscono loro guida. Come faccio io e molti altri…
Non è il mio idolo a prescindere…

Evito anzi di citarlo a sproposito dove non serve e favorirne così l’inflazione… Più che per rinforzare quanto dico preferisco citarlo per le idee nuove e forti che propone, e non sostituire la mia fatica di argomentare e dire il mio di pensiero. Non certo per per dire che se l’ha detto lui va bene e tu devi stare zitto!
Sarebbe un cattivo servizio a lui e alla chiesa. Una adesione al vescovo di Roma fideista per me sarebbe uguale a una sua critica, per partito preso… Tutte le teorie ( c’è chi ha tanto buon tempo ahimè poco amore) per dire che il vero papa è il precedente mi obbliga a chiedermi ogni volta:Ma Chi questi tali per dire queste cose e con quale autorità?
Visto che è la comunità (la chiesa) che riconosce il vescovo di Roma come papa… non c’è carta bollata o altro che obbliga, ma un RICONOSCIMENTO da parte dei suoi vescovi dei fedeli di tutta la chiesa di me e di te!
Sia chiaro, Francesco non è ne Dio, ne il Figlio, ma il rappresentante, la nostra guida morale, il segno dell’unità della chiesa…
Le sue parole , come le mie di prete, sono buone se mi guidano a vivere il vangelo a incontrare Gesù Cristo!.
e in questo TUTTI NOI in quanto figli di Dio, e pieni di spirito santo lo possiamo valutare con la nostra testolina. Più che i grandi proclami o le lunghe lettere di questo papa mi piacciono i molti segni e i semplici gesti che ha compiuto le piccole scelte che mi invita a fare, dall’automobile comune che guida, al parlare chiaro, dalle parole che fanno la comunione in famiglia “permesso, grazie, scusa” all’invito ad andare alle periferie…

Con questo modo semplice Francesco ha rotto con un passato di privilegi, con una chiesa vecchia , l’ha alleggerita di tanti pesi per poter mettersi in cammino spedita accanto ad ogni uomo e donna di questa storia di questo tempo… e a me questo piace molto!
Dove lo ha ripetuto spesso la «Fedeltà alla tradizione significa tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri» come tanti nostalgici fanno e per cui mi arrabbio …
Mi dispiace che molti lo contrastino e ostacolino il suo progetto, nonostante i limiti che ha lui ma anche la struttura che guida e dispiace che e tra questi ci siano alcuni Vescovi, che a parole lo fanno per la chiesa ma spesso difendono propri interessi e logiche…
Sia chiaro, io per primo lo critico e ne metto in discussione alcuni passaggi, ma non per questo smetto di volerli bene e considerarlo importante. Come del resto si fa in ogni famiglia con i propri genitori.. ma guai a chi li tocca e ne parla male solo per parlare… siete avvisati!
Anche perché credetemi IO non vorrei essere al suo posto, in questi tempi… posso dirti tranquillamente che non aspiro nemmeno a diventare vescovo… troppe responsabilità… troppe mediazioni… Francesco ha saputo comunicarmi con i fatti, che prima dei protocolli, delle carte, prima delle regole e della tradizione… c’è la persone con la sua umanità, la sua fragilità e da qui l’importanza della relazione sempre e comunque… vangelo in definitiva !


Ci sono frasi che ritengo personalmente importanti, ma sarebbero tante da ripetere a partire
Da quel Buonasera… del primo giorno, all’ospedale da campo, dal non spetta a me giudicare, Alla chiesa in uscita

Frasi che sottendono uno stile una logica, ma più di tutto e prima di tutto il Vangelo! Occorre ricordare per coerenza intellettuale e serietà che si segue una persona sia quando dice cose piacevoli a noi , ma anche quando ne dice di spiacevoli ! Altrimenti è troppo facile ….

Un cristiano se non è rivoluzionario, non è un cristiano. Non capisco le comunità cristiane che sono chiuse in parrocchia. Uscire per annunziare il Vangelo.


Se una persona gay e cerca il Signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla? Il catechismo della chiesa cattolica dice che non si devono discriminare queste persone per questo.

Ricordiamo le tre parole-chiave per vivere in pace e gioia in famiglia: permesso, grazie, scusa. Quando in una famiglia non si è invadenti e si chiede “permesso”, quando in una famiglia non si è egoisti e si impara a dire “grazie”, e quando in una famiglia uno si accorge che ha fatto una cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace e c’è gioia.

Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto.

Cristo è il centro. Cristo è il riferimento fondamentale, il cuore della Chiesa. Senza di Lui, Pietro e la Chiesa non esisterebbero né avrebbero ragion d’essere.

Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco: come Francesco da Assisi, uomo di povertà, uomo di pace. L’uomo che ama e custodisce il Creato; e noi oggi abbiamo una relazione non tanto buona col Creato.

Il restare, il rimanere fedeli implica un’uscita. Proprio se si rimane nel Signore si esce da sé stessi. Paradossalmente proprio perché si rimane, proprio se si è fedeli si cambia. Non si rimane fedeli, come i tradizionalisti o i fondamentalisti, alla lettera. La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescita.

E questo è il lavoro del catechista: uscire continuamente da sé per amore, per testimoniare Gesù e parlare di Gesù, predicare Gesù. Questo è importante perché lo fa il Signore: è proprio il Signore che ci spinge a uscire.
ripartire da Cristo significa non aver paura di andare con Lui nelle periferie.

Ci insegna a non aver paura di uscire dai nostri schemi per seguire Dio, perché Dio va sempre oltre. Ma sapete una cosa? Dio non ha paura! Sapevate questo voi? Non ha paura! E’ sempre oltre i nostri schemi!  Dio non ha paura delle periferie. Ma se voi andate alle periferie, lo troverete lì. Dio è sempre fedele, è creativo. Ma, per favore, non si capisce un catechista che non sia creativo. E la creatività è come la colonna dell’essere catechista. Dio è creativo, non è chiuso, e per questo non è mai rigido. Dio non è rigido! Ci accoglie, ci viene incontro, ci comprende. Per essere fedeli, per essere creativi, bisogna saper cambiare. Saper cambiare. E perché devo cambiare? E’ per adeguarmi alle circostanze nelle quali devo annunziare il Vangelo. Per rimanere con Dio bisogna saper uscire, non aver paura di uscire. Se un catechista si lascia prendere dalla paura, è un codardo; se un catechista se ne sta tranquillo, finisce per essere una statua da museo: e ne abbiamo tanti! Ne abbiamo tanti! Per favore, niente statue da museo!